«l’ignorante non si conosce mica dal lavoro che fa, ma da come lo fa»

Nuovo Cinema Nicoletti – ONE HOUR PHOTO

Posted by Stefano Nicoletti in Nuovo Cinema Nicoletti | 1 comments

onehourphoto

La fotografia è un’arte mutevole, come le infinite sfumature di luce e colore.

Lo sviluppo fotografico richiederebbe quindi una cura maniacale che invece spesso, nell’era odierna delle impostazioni automatiche, è demandata ad algoritmi di calcolo piuttosto che alla sensibilità di un appassionato lavoratore del settore.

Oh, non si affida certo agli algoritmi Sy Parrish! Nonostante lavori nel centro stampa di un grande supermercato americano, che sembrerebbe lì apposta per raccontarti di un mondo enorme e spersonalizzato, Sy trova proprio nell’applicare nel suo lavoro dedizione, attenzione e cortesia  l’occasione per riscattare la sua vita insostenibilmente solitaria, monotona e lineare.

Non tutti i clienti si accorgono di lui, ma non importa. Del resto, il gusto che Sy trova nello sviluppo delle foto non è solo quello di un tecnico specializzato che aspira alla perfezione tecnica. C’è un’altra passione che lo spinge in quella direzione: quella di riuscire, attraverso le “sue” foto, a vivere anche solo per un attimo le vite degli altri, quelle di chi in qualche modo sembra avercela fatta e che può quindi tentare, a ragione, di immortalare un attimo eterno di felicità. In particolare, quella della famiglia Yorkin, clienti di vecchia data cui si sente particolarmente legato, avendo visto crescere pellicola dopo pellicola il loro figlio Jake.

Lui non ha mai creduto di poterci riuscire, non ci è mai riuscito, forse non è mai nemmeno riuscito a tentare di costruirsi una vita così e allora che c’è di meglio di assistere alla rappresentazione di quella degli altri, riuscendo anche a sistemarla un po’ con la regolazione di saturazione ed esposizione?

Domande che portano altre domande, perché una felicità artefatta che vive solo di fantasia e di riflessi può forse sopravvivere quando si scontra con la grana grossa della realtà? Naturalmente no, ma non ditelo a Sy. La sua strada è segnata e lo porterà a voler aggiustare a tutti i costi quella macchia nella realtà che un giorno gli apparirà per puro caso in una delle foto degli Yorkin… e l’ingresso nella realtà di chi è abituato a vivere di fantasia non può essere che devastante.

“One Hour Photo” è un film del 2002 scritto e diretto da Mark Romanek, regista già molto conosciuto fin dagli anni ’90 per la realizzazione di videoclip, e interpretato da Robin Williams in una delle sue interpretazioni dai toni più contrastanti, quindi più difficili, quindi più emozionanti.

L’ho scelto come primo contributo per questa rubrica per diverse ragioni che non hanno sempre a che fare con la ragione, intesa come raziocinio. Beh, sì, un tributo a Robin Williams e alle emozioni che ci ha regalato in una carriera brillante e sfortunata al tempo stesso. Beh, sì, un omaggio doveroso al cinema di Romanek che ha dimostrato di conoscere talmente bene i tempi della storia da saperli rendere rarefatti in modo magistrale, tanto da riuscire a rendere perfettamente naturale anche la completa, insopportabile solitudine di Sy pur in mezzo a centinaia di persone. E aggiungiamo pure una nota doverosa sulla fotografia pulita, asettica eppure suggestiva in un film che parla di quanto sia delicata, per l’appunto, la tecnica fotografica.

Ma in verità quello che mi ha reso indimenticabile questo film è il ricordo ben preciso, nettissimo di pochi fotogrammi: quelli in cui lo sguardo di Robin Williams/Sy Parrish è completamente dedicato al suo lavoro sulla pellicola.

Amore, ossessione, difficoltà nel distinguere quale sia la realtà e quale la fantasia (o l’immaginazione… o anche solo il proprio unico, irripetibile punto di vista) si mescolano nei tratti del viso di Robin Williams e ci aprono la vista su quella strada così vicina eppure lontanissima sul cui confine camminiamo ogni giorno, l’orlo di un burrone dominato dalla solitudine dal quale solo amorevoli mani amiche ci possono far ritrarre.

REGIA E FOTOGRAFIA: ****/5

CINEMA DEL FUTURO (misura dell’originalità complessiva): ****/5

CINEMA BEN FATTO (attinenza con i temi del #lavorobenfatto): ****/5

EFFETTO COLLA (attaccamento alla poltrona): ****/5

Lo spettacolo finisce qui. Alla prossima, al Nuovo Cinema Nicoletti.

Tags: , , ,
Comments (1)
  1. Roberto says:

    Bella recensione, come sempre, per un film da rivedere.

Leave a Reply to Roberto Cancel Reply

Your email address will not be published.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>